domenica 18 luglio 2010

mercoledì 14 luglio 2010

Intervista a Beit (Hot Boys Roma)

Chi sono gli Hot Boys?
Gli Hot Boys sono un gruppo di writers che nasce nel 2001 dall’ incontro ma soprattutto dall’ amicizia, dalla passione e dal grande talento di un gruppo di giovani ragazzi 100% made in Rome: la voglia di emanciparsi dalla periferia, di affermarsi, di distinguersi ha fatto crescere questa crew fino a renderla uno dei gruppi più rappresentativi nella scena dei graffiti della capitale. Uno stile originale, tratti distintivi, location “improbabili“, un obiettivo comune e – sopra ogni cosa – la forte amicizia che lega i suoi componenti, hanno fatto si che questi incredibili “ragazzi caldi“ contribuissero ad elevare l’opera di writers a vera e propria espressione della urban art. Col passare degli anni l’interesse di ognuno di noi si è evoluto non solo dal punto di vista tecnico, ma ampliandosi anche verso differenti forme di sperimentazione quali la fotografia, il tatuaggio, la computer grafica e la sticker art, dando spazio alle competenze e attitudini di ognuno di noi.

Cosa significa per te la strada?
La strada è stata il nostro “trampolino di lancio“, nel senso che, grazie a tutti questi anni – soprattutto quelli iniziali – trascorsi a disegnare in giro per la città, sui mezzi pubblici ed infine sui treni, ha fatto si che i nostri disegni fossero visti, conosciuti ed apprezzati dalla gente, soprattutto in questi ultimi anni, in cui il livello grafico e tecnico si è notevolmente alzato, facendo riscontrare un notevole apprezzamento anche da parte di persone contrarie e scettiche nei confronti dei graffiti. La strada è l’ elemento fondamentale per chi fa i graffiti nel vero senso della parola, perché proprio i graffiti sono lo specchio della strada stessa, sono il frutto di un pensiero coltivato nella testa di una persona che vive a pieno la quotidianità di ogni giorno, influenzato dagli eventi negativi e positivi che ognuno di noi vive ogni giorno, trasformandoli in forme e colori. La strada è il mezzo più potente per farsi conoscere dalla gente, e così è stato!

Qual è il tuo rapporto con la città di Roma?
Io amo la mia città e porto rispetto per quelli che sono i suoi monumenti e le sue parti storiche, anche perché un vero writer non si permetterebbe mai di imbrattarli/e, ma nello stesso tempo cerco di regalargli colore e fantasia – tutto questo gratis – nei suoi punti più impensabili, in giro per la città, lungo i binari della ferrovia che l’attraversano e sui treni che la collegano: Roma è un città fantastica e tale deve rimanere!

Perché “perdi” il tuo tempo con bombolette ed affini?
Perché dipingere mi fa stare bene, mi rilassa: è come se fosse una valvola di sfogo. Penso che ognuno abbia la sua: c’ è chi va in palestra, c’ è chi fa sport, e così via.

Cosa ne pensi della realizzazione di un centro per creare, divulgare ed esporre street art?
È un progetto molto interessante e molto innovativo che in questa città manca. Faciliterebbe le persone che si avvicinavano a questo tipo di cultura, di sperimentare e studiare colori, forme e fantasie diverse e poterle poi così esporle senza alcun problema, perché non tutti sono favorevoli alla illegalità dalla quale nascono i graffiti e la street art; nello stesso tempo potrebbe risultare un ennesimo “trampolino di lancio“ per chi ha sempre continuato a vivere e “sostenere” l’illegalità. Inoltre questo progetto favorirebbe lo scambio di idee e tecniche, fondamentali per lo sviluppo della propria conoscenza, cosa che molto spesso non avviene a causa della mancanza di questi spazi espositivi e creativi specifici di questo ambito.

domenica 20 giugno 2010

domenica 23 maggio 2010

domenica 9 maggio 2010

domenica 2 maggio 2010

The Wedge (Il Bang assoluto)

Il Bang del mio progetto, essendo un progetto decostruttivista, è la metafora che si "nasconde" dietro l'opera. In particolare l'elemento opaco, che sembra un tronco di piramide incastrato nell'area di progetto, rappresenta la street art che prova ad incunearsi nel mondo delle altre arti contemporanee, mentre la superficie lucida rappresenta il conformismo che prova a ricoprire la regina delle arti "indipendenti" senza però riuscirci.

Daniel Libeskind - Victoria and Albert Museum

Revisione del 21/04/2010

Secondo quanto suggerito a revisione è fondamentale che l'opera derivante dal mio progetto non alimenti il problema del vandalismo, soprattutto di quello collegato a movimenti politici, inoltre è importante che l'opera non si trasformi in un ghetto, per questo è di primaria importanza creare sinergia con il contesto.

venerdì 23 aprile 2010

domenica 18 aprile 2010

Nuovo concept progettuale

Revisione del 14/04/2010

Alla luce di quanto detto a revisione il nuovo concept dovrà indicare che tipo di centro culturale verrà progettato, inoltre, in base al tipo di scelta effettuata, dovranno essere individuati dei partners al progetto più specifici.

lunedì 15 marzo 2010

martedì 9 marzo 2010

7.UrbanVoids

Tavola 1Tavola 2

venerdì 5 marzo 2010