mercoledì 14 luglio 2010

Intervista a Beit (Hot Boys Roma)

Chi sono gli Hot Boys?
Gli Hot Boys sono un gruppo di writers che nasce nel 2001 dall’ incontro ma soprattutto dall’ amicizia, dalla passione e dal grande talento di un gruppo di giovani ragazzi 100% made in Rome: la voglia di emanciparsi dalla periferia, di affermarsi, di distinguersi ha fatto crescere questa crew fino a renderla uno dei gruppi più rappresentativi nella scena dei graffiti della capitale. Uno stile originale, tratti distintivi, location “improbabili“, un obiettivo comune e – sopra ogni cosa – la forte amicizia che lega i suoi componenti, hanno fatto si che questi incredibili “ragazzi caldi“ contribuissero ad elevare l’opera di writers a vera e propria espressione della urban art. Col passare degli anni l’interesse di ognuno di noi si è evoluto non solo dal punto di vista tecnico, ma ampliandosi anche verso differenti forme di sperimentazione quali la fotografia, il tatuaggio, la computer grafica e la sticker art, dando spazio alle competenze e attitudini di ognuno di noi.

Cosa significa per te la strada?
La strada è stata il nostro “trampolino di lancio“, nel senso che, grazie a tutti questi anni – soprattutto quelli iniziali – trascorsi a disegnare in giro per la città, sui mezzi pubblici ed infine sui treni, ha fatto si che i nostri disegni fossero visti, conosciuti ed apprezzati dalla gente, soprattutto in questi ultimi anni, in cui il livello grafico e tecnico si è notevolmente alzato, facendo riscontrare un notevole apprezzamento anche da parte di persone contrarie e scettiche nei confronti dei graffiti. La strada è l’ elemento fondamentale per chi fa i graffiti nel vero senso della parola, perché proprio i graffiti sono lo specchio della strada stessa, sono il frutto di un pensiero coltivato nella testa di una persona che vive a pieno la quotidianità di ogni giorno, influenzato dagli eventi negativi e positivi che ognuno di noi vive ogni giorno, trasformandoli in forme e colori. La strada è il mezzo più potente per farsi conoscere dalla gente, e così è stato!

Qual è il tuo rapporto con la città di Roma?
Io amo la mia città e porto rispetto per quelli che sono i suoi monumenti e le sue parti storiche, anche perché un vero writer non si permetterebbe mai di imbrattarli/e, ma nello stesso tempo cerco di regalargli colore e fantasia – tutto questo gratis – nei suoi punti più impensabili, in giro per la città, lungo i binari della ferrovia che l’attraversano e sui treni che la collegano: Roma è un città fantastica e tale deve rimanere!

Perché “perdi” il tuo tempo con bombolette ed affini?
Perché dipingere mi fa stare bene, mi rilassa: è come se fosse una valvola di sfogo. Penso che ognuno abbia la sua: c’ è chi va in palestra, c’ è chi fa sport, e così via.

Cosa ne pensi della realizzazione di un centro per creare, divulgare ed esporre street art?
È un progetto molto interessante e molto innovativo che in questa città manca. Faciliterebbe le persone che si avvicinavano a questo tipo di cultura, di sperimentare e studiare colori, forme e fantasie diverse e poterle poi così esporle senza alcun problema, perché non tutti sono favorevoli alla illegalità dalla quale nascono i graffiti e la street art; nello stesso tempo potrebbe risultare un ennesimo “trampolino di lancio“ per chi ha sempre continuato a vivere e “sostenere” l’illegalità. Inoltre questo progetto favorirebbe lo scambio di idee e tecniche, fondamentali per lo sviluppo della propria conoscenza, cosa che molto spesso non avviene a causa della mancanza di questi spazi espositivi e creativi specifici di questo ambito.

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